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L’energia è sempre stata al centro dell’attenzione di Esseco, in quanto le aziende del gruppo sono energivore. Si può anche però affermare che Esseco è un’azienda cosciente e ha sempre agito mettendo la sostenibilità all’interno dei propri piani d’azione.
Annalisa Montagnani, Energy Manager di Esseco Industrial, ha parlato del percorso di sostenibilità intrapreso da Esseco molti anni fa: “Il primo progetto è stato realizzato nel 2015 presso lo stabilimento di Saline di Volterra, in provincia di Pisa, quando sono state realizzate delle modifiche impiantistiche che ci hanno permesso di recuperare una parte della CO2 contenuta nei fumi in uscita dal cogeneratore riutilizzandola all’interno di un processo produttivo.” – poi continua – “Nel 2018, sono stati due i progetti a favore della sostenibilità energetica: nell’headquarter di Trecate è stato installato un impianto trigenerativo, mentre nella sede toscana sono stati collocati due impianti fotovoltaici.” – infine conclude – “Nel 2019 Esseco Industrial ha acquisito l’azienda piemontese Hydrochem Italia, uno stabilimento produttivo collegato a due centrali idroelettriche. In questo modo, l’energia elettrica rinnovabile è entrata a far parte del portafoglio produttivo di Esseco. Nel 2020, presso lo stabilimento di Saline di Volterra, è stato installato un nuovo impianto cogenerativo quindi un nuovo sistema di produzione di energia elettrica a vapore ed acqua calda ad alto rendimento.”
Una delle principali problematiche legate all’approvvigionamento di energia rinnovabile è data dall’intermittenza di queste fonti. Quindi, la più grande sfida è quella di riuscire a trovare tecnologie rinnovabili che abbiano una maggiore continuità oppure trovare delle tecnologie che rendano continuative le fonti energetiche rinnovabili tradizionali. Quello che Esseco Industrial sta facendo è cercare di mixare tutte le energie rinnovabili disponibili in modo da ottenere un profilo quanto più simile possibile a un profilo piatto di consumo come quello delle aziende facenti parte del gruppo.
Per approfondire, guarda l’intervista completa ad Annalisa Montagnani: