Ambientale
Approccio circolare
Negli anni, l’impostazione tesa alla circolarità ha caratterizzato sia la trasformazione dei processi produttivi sia lo sviluppo di nuovi prodotti.
In tal modo, sono stati raggiunti ottimi risultati nel recupero di energia, risorsa idrica, materie prime e seconde.
Il cloruro ferrico viene riutilizzato in due modalità virtuose. La prima prevede come materia prima-seconda l’acido esausto rifiuto di acciaieria e scarto delle lavorazioni con acido cloridrico ottenendo cloruro ferrico di qualità superiore per il trattamento delle acque potabili. Nella seconda modalità si riusano le scaglie di laminazione per generare cloruro ferroso base che, dopo l’assorbimento con cloro gas, genera cloruro ferrico.
Nella produzione di cloroparaffine, il biodiesel ha sostituito i derivati del cherosene e, attraverso reattori innovativi ideati internamente, rese e produttività aumentano, minimizzando lo spreco di materie prime e i consumi energetici.
Nei processi industriali, ottengono una nuova vita l’acqua di condensa recuperata per la sua qualità paragonabile all’acqua demineralizzata, l’anidride carbonica proveniente dalle emissioni gassose di cogenerazione riutilizzata nella produzione di carbonato di potassio nonché l’idrogeno generato dall’elettrolisi del sale per alimentare una caldaia bifuel che genera vapore, riducendo così i consumi di metano e abbattendo le emissioni in atmosfera.
L’impatto dei rifiuti sull’ambiente viene mitigato recuperando o smaltendo in via diretta alcune tipologie di scarti: esempi sono il riutilizzo delle scaglie di laminazione nella produzione di cloruro ferroso a Saline di Volterra e lo smaltimento dei prodotti cloro-aromatici mediante termocombustione a Pieve Vergonte.
Tutela della risorsa idrica
Dal momento che la risorsa idrica è impiegata nell’operatività industriale, ne viene costantemente monitorata la qualità e la quantità con controlli e procedure gestionali mirate a massimizzarne il recupero.
Se possibile, l’acqua viene rimessa nell’ambiente dopo il suo utilizzo. Questa prassi viene attuata nello stabilimento di Saline di Volterra, dove il 40% dell’acqua torna nel fiume Botro Santa Marta, ma avviene anche nel sito di Pieve Vergonte, dove l’acqua viene nuovamente inglobata al corpo idrico da cui è stata inizialmente prelevata.
Emissione in atmosfera
Vengono monitorate con frequenza e controllate attentamente le emissioni affinché rispettino i limiti autorizzativi di tutti gli stabilimenti. Vengono supervisionate anche le emissioni odorigene diffuse, confrontate periodicamente con i valori di riferimento ambientali e di soglia olfattiva.
Nello stabilimento di Saline di Volterra vengono controllati ventuno punti atti a convogliare le emissioni: in questo caso l’autorizzazione è dell’AIA n. 3528 del 15/03/18 rilasciata dalla regione Toscana. Nello stabilimento di Pieve Vergonte, invece, vengono gestiti dieci punti di indirizzamento delle emissioni nell’atmosfera. I punti rispettano i limiti della normativa ambientale e contano sull’identificazione e l’autorizzazione del decreto di riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) n. 304 del 27/07/2021 emanato dal Ministero della Transizione Ecologica.